Ascensore in palazzo storico e barriere architettoniche: cosa c’è da sapere

Sommario
L’installazione di un elevatore è un intervento che richiede un’attenta valutazione di fattibilità in qualsiasi contesto, specie quando si tratta di edifici sottoposti a vincoli. D’altro canto, sussiste la necessità di abbattere le barriere architettoniche per garantire maggiore accessibilità e inclusione alle persone con disabilità o limitate capacità motorie. Cosa succede quando queste due istanze s’incontrano? Cerchiamo di capirlo entrando nello specifico di chi stabilisce se e quando è possibile installare un ascensore in un palazzo storico, sia esso privato o condominiale. Continua a leggere per scoprire cosa c’è da sapere!
Cosa s’intende per palazzo storico
Quando parliamo di un palazzo storico, non ci riferiamo solo a edifici antichi ma a immobili che hanno un valore architettonico, culturale o artistico riconosciuto. Può trattarsi di residenze nobiliari, dimore signorili, edifici pubblici, privati o condomini tutelati dalle Soprintendenze ai beni culturali per età e caratteristiche costruttive.
Installare un ascensore in un palazzo storico significa quindi confrontarsi con strutture spesso vincolate, dove ogni intervento deve rispettare le norme di conservazione e garantire l’integrazione armoniosa tra innovazione tecnologica e patrimonio architettonico.
In questo contesto, il concetto di palazzo storico implica non solo il rispetto della sua destinazione (abitativa o di servizio), ma anche della sua identità estetica e storica così da preservare materiali, proporzioni e dettagli originali. È proprio questa attenzione che rende l’installazione di un ascensore in tali immobili un processo complesso, da affidare a professionisti capaci di unire competenze tecniche e sensibilità verso il valore della struttura in oggetto.
Vincoli storici e barriere architettoniche
Come abbiamo specificato nell’articolo dedicato al bonus ascensori e alle agevolazioni ascensore con la legge 104, le barriere architettoniche coinvolte in caso di installazione di impianti di sollevamento sono gli ostacoli verticali che impediscono o limitano la mobilità o l’uso di servizi da parte di persone con disabilità o mobilità ridotta. Ecco che ascensori, piattaforme elevatrici, servoscale posti all’interno o all’esterno dei fabbricati già esistenti nel rispetto di specifici requisiti, rappresentano davvero diverse soluzioni al problema.
Nei palazzi storici, tuttavia, la questione si complica per la presenza di restrizioni architettoniche e paesaggistiche che tutelano l’integrità dell’edificio. Può trattarsi di:
- vincoli comunali o locali decisi dal singolo Comune per tutelare edifici o siti di valore territoriale;
- vincoli regionali stabiliti dalla autorità competenti nella singola Regione al fine di proteggere immobili o aree che hanno un valore storico, culturale o architettonico (castelli, palazzi, chiese, ville, strutture d’interesse artistico o storico, aree archeologiche, aree naturali o paesaggistiche, opere d’arte);
- vincoli espliciti o statali applicati dallo Stato tramite un Decreto Ministeriale;
- vincoli indiretti che impongono alcune limitazioni ai proprietari o conduttori di immobili in prossimità di edifici o aree vincolate da tutelare.
In queste circostanze, ogni intervento deve conciliare due obiettivi in apparenza opposti: da un lato l’abbattimento delle barriere architettoniche indispensabile per garantire accessibilità e inclusione; dall’altro la conservazione del valore storico e artistico dell’immobile che non può essere alterato da soluzioni invasive o disarmoniche.
A chi spetta decidere la fattibilità dell’intervento? E, nei condomini vincolati, cosa succede in caso di disaccordo tra condomini e chi richiede l’abbattimento delle barriere architettoniche? Approfondiamo la questione con riferimento alla normativa.
Chi stabilisce se è possibile installare l’ascensore in un palazzo storico
L’installazione di un ascensore in un palazzo storico richiede l’approvazione della Soprintendenza ai beni culturali che valuta la compatibilità del progetto con la struttura vincolata, sia essa pubblica o privata. Le soluzioni adottate più spesso prevedono elevatori esterni con strutture leggere come quelle degli ascensori panoramici.
In questo equilibrio tra accessibilità e tutela del patrimonio, il ruolo dei progettisti e delle aziende specializzate come noi di ARE diventa fondamentale: solo un approccio tecnico e sensibile permette di rispettare la legge, abbattere le barriere architettoniche e preservare al tempo stesso le caratteristiche architettoniche, culturali e artistiche dell’edificio.
Ciò nonostante, esistono dei casi emblematici sia per la Soprintendenza che per la controparte. Vediamone due.
La sentenza del TAR del Lazio nel caso di silenzio assenso della Soprintendenza per l’ascensore in un palazzo storico
Il primo caso su cui ci soffermiamo riguarda la richiesta di installazione di un ascensore nella chiostrina di un condominio tutelato ai sensi della legge n. 42/2004 situato a Roma. Due coniugi residenti, affetti da patologie che compromettono la capacità motoria e la deambulazione, presentano la situazione all’assemblea condominiale che approvava la realizzazione di un ascensore nella chiostrina interna dell’edificio e trasmette il progetto alla Soprintendenza competente per l’autorizzazione.
La Soprintendenza esprime il parere negativo per l’ingombro eccessivo dell’impianto e per il fatto che rappresenta un elemento dissonante nel contesto architettonico vincolato. I condomini fanno ricorso al TAR del Lazio poiché è decorso il termine di 120 giorni dalla presentazione dell’istanza previsto dalla normativa speciale per l’abbattimento delle barriere architettoniche.
La sentenza del TAR Lazio n. 12445 accoglie il ricorso stabilendo che se la Soprintendenza non risponde entro 120 giorni dalla richiesta di parere per il progetto, intercorre il silenzio assenso che permette la prosecuzione dell’iter di autorizzazione. I giudici hanno applicato questo principio per tutelare sia l’accessibilità che la conservazione del patrimonio artistico e storico.
Per maggiori dettagli rimandiamo al testo completo della Sentenza del TAR del Lazio n. 12445 del 24 luglio 2023.
La sentenza del Consiglio di Stato per il ricorso all’istanza contraria l’installazione dell’ascensore in un condominio vincolato
Il secondo caso che prendiamo come esempio è ancora più recente e riguarda un’unità immobiliare a uso residenziale posta a Bologna, in un edificio del XVI secolo vincolato dal 1910 ai sensi della legge n. 364/1909. La proprietaria dell’immobile presenta domanda per installare un ascensore nel cortile condominiale alla Soprintendenza competente per permettere alla madre disabile di accedere all’appartamento.
La Soprintendenza respinge l’istanza per il poco spazio a disposizione e per l’assetto architettonico del bene vincolato, prospettando la possibilità di installare un montascale. La proprietaria presenta ricorso al TAR dell’Emilia-Romagna che lo accoglie. Di fronte a un secondo parere negativo della Soprintendenza, la proprietaria presenta un nuovo ricorso al TAR che, questa volta, lo respinge.
In merito a questa controversia, la sentenza emessa dal Consiglio di Stato Sez. VI n. 4329 il 15/05/2024 contro l’installazione dell’ascensore sostiene:
- l’adeguatezza del parere della Soprintendenza in merito al fatto che un intervento (classificato in termini di innovazione) avrebbe compromesso il contesto culturale e architettonico del palazzo cinquecentesco;
- la necessità della delibera condominiale anche nel caso in cui l’installazione dell’ascensore sia finalizzato ad abbattere le barriere architettoniche per persone con disabilità (o altri soggetti fragili) sebbene disposti a realizzare l’impianto a proprie spese;
- il bisogno di trovare un equilibrio tra i diversi interessi contrapposti;
- il giusto compromesso tra gli interessi contrapposti nell’installazione di un montascale in quanto opera reversibile, possibile anche in assenza dell’autorizzazione del condominio.
Per tutti i dettagli rimandiamo al testo completo della sentenza del Consiglio di Stato Sez. VI n. 4329 del 15 maggio 2024.
Questi casi testimoniamo che ogni situazione è a sé e necessita di una valutazione singola da parte degli organismi competenti per arrivare a tenere conto del contesto vincolato e delle necessità di chi richiede l’installazione in un ascensore nel rispetto delle normative vigenti.
Come possiamo aiutarti
Installare un ascensore in un palazzo storico non è mai un lavoro standard: richiede esperienza, cura del dettaglio e soluzioni su misura. In qualità di azienda specializzata in elevatori personalizzati a elevata efficienza energetica, siamo in grado supportarti con soluzioni capaci di rispettare i vincoli architettonici e paesaggistici senza rinunciare a comfort, sicurezza e risparmio energetico. Se cerchi un partner in grado di trasformare le difficoltà di un edificio storico in un progetto di valore, siamo pronti a guidarti passo dopo passo.
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